VIAGGIO FOTOGRAFICO
Val Vertova e Santuario di S. Patrizio
Ciao!
Oggi ti portiamo in questo viaggio fotografico alla scoperta della Val Vertova e del Santuario di S. Patrizio.
La sfida è ardua: in questo articolo proveremo infatti a passarti alcune conoscenze un po’ più tecniche riguardo la fotografia.
Ti accompagneremo passo passo nella scelta del soggetto da fotografare, del punto di vista migliore fino a all’impostazione dei parametri della macchina fotografica.
Se ti stai chiedendo come faremo a spiegarti tutto questo stai tranquillo!
Avrai la possibilità di scoprire il processo che a noi permette di ottenere le foto che ti mostriamo e che abbiamo messo a punto in questi 5 anni di lavoro sul campo.
Ti stiamo per svelare i nostri segreti del mestiere, quindi custodiscili con cura!
Siccome condivideremo con te informazioni molto tecniche pensiamo che sia più semplice per te avere qui il video in cui ti facciamo anche vedere come ci siamo mossi e quali erano le condizioni di scatto quel giorno.
Scelta del posto e informazioni pratiche
La location che abbiamo scelto per questo viaggio fotografico è la Val Seriana.
Questa valle alpina in provincia di Bergamo prende il nome dal fiume Serio e in essa confluiscono numerose valli minori.
Tra queste abbiamo scelto la Val Vertova per la presenza di un sentiero di trekking facile e adatto a tutti che conduce ad alcune cascate naturali davvero suggestive.
Noi abbiamo raggiunto l’inizio del sentiero di trekking in auto.
Abbiamo seguito le indicazioni per Vertova e poi abbiamo lasciato l’auto nel parcheggio gratuito in corrispondenza dell’Azienda Agricola Verzeroli.
ATTENZIONE! Perché da giugno a settembre l’ingresso è consentito solo tramite un ticket.
Quindi ti lasciamo qui il link al sito dove poter trovare tutte le info necessarie e i biglietti.
Cascate della Val Vertova
La Val Vertova è un luogo davvero suggestivo (non per niente l’abbiamo scelto come meta per un viaggio fotografico!).
Il sentiero che parte dal parcheggio si snoda in mezzo alla boscaglia seguendo il corso del fiume che in alcuni punti è necessario guadare.
Per tutta la durata del percorso potrai ammirare il torrente e i suoi numerosi salti d’acqua, le pozze cristalline, le marmitte dei giganti, nonché immergerti nella flora locale.
Proprio in questo scenario ci siamo imbattuti fin da subito in scorci a dir poco suggestivi.
Ecco alcuni degli scatti che abbiamo realizzato.
PRIMO SCATTO: l’effetto seta e la composizione
- ISO 100
- F/11
- T 1/20
- Focale 86mm
Per questo primo scatto abbiamo scelto come soggetto il dettaglio di una cascatella trovata lungo il sentiero.
Abbiamo sfruttato il movimento dell’acqua che cade e le increspature alla base della cascatella per creare un leggero “effetto seta“.
Per ottenere questo effetto abbiamo quindi utilizzato un tempo di scatto (T) relativamente lungo, in modo da cogliere la scia lasciata dall’acqua che cade.
A livello di composizione abbiamo sfruttato il decorso naturale del torrente che dall’alto verso il basso crea dei dislivelli.
In questo modo l’occhio dell’osservatore viene guidato a partire dall’angolo in alto a destra fino all’angolo in basso a sinistra tagliando in diagonale la composizione.
Infine, nella parte inferiore della foto, si apre uno spazio che contrasta con lo spazio molto pieno dei 2/3 superiori della foto.
Per eseguire questo scatto ricordati di avere un filtro ND che ti aiuta per questa tipologia di scatti.
SECONDO SCATTO: utilizzare ciò che si ha a disposizione
- ISO 100
- F/11
- T 1/10
- Focale 18mm
Anche in questo scatto, simile a quello precedente per composizione e scelta dei parametri di scatto, puoi vedere come abbiamo sfruttato il movimento naturale dell’acqua.
In questo caso il ruscello ci offre una forma naturale che rende la foto bella all’occhio.
Infatti in alto a destra e in basso a sinistra (torna quindi la composizione lungo la diagonale) il torrente si stringe, mentre al centro si allarga intorno alla roccia.
Questo non solo rende la composizione gradevole alla vista, ma le dona anche ordine, simmetria e movimento allo stesso tempo.
TERZO SCATTO: utilizzo del bracketing
- ISO 100
- F/11
- T 1/60
- Focale 34mm
Prima di tutto ti segnaliamo che questa fotografia è stata scattata in “bracketing” perché non avevamo con noi un filtro ND (cioè a densità neutra).
Ma cosa vuol dire scattare in bracketing?
In pratica significa che la foto è il risultato di 3 foto sovrappose scattate a pochissimi millesimi di secondo una dopo l’altra.
Ognuna di queste 3 foto avrà tempi di scatto (T) differenti, ma stesso valore del diaframma (F).
Questo procedimento fa si che ogni parte della fotografia finale sia esposta correttamente (quindi né toppo luminosa, né troppo scura).
Partiamo dalla composizione: abbiamo scattato di nuovo in verticale ma per un motivo ben preciso, ovvero che il torrente scorreva in questo senso.
Per rendere al meglio l’idea del movimento che parte da un punto A e arriva ad un punto B è necessario infatti posizionarsi in modo che l’orientamento della foto segua il movimento senza interromperlo.
In questo caso quindi l’acqua scorreva dall’alto in basso e dunque abbiamo scelto di scattare in verticale.
Non solo, in questo modo abbiamo creato anche una forma a clessidra sfruttando l’apertura delle pareti di roccia nel terzo superiore e la forma del torrente che si allarga mano mano che ci si sposta in basso nella foto.
Questi due triangoli guidano l’occhio dell’osservatore in corrispondenza delle loro punte che si toccano proprio nel punto di fuga della foto (che non a caso è posizionato circa al centro della composizione).
Infine, come già visto, le curve naturali del torrente conferiscono l’idea di movimento.
QUARTO SCATTO: sapersi adattare
- ISO 100
- F/10
- T 1/10
- Focale 30mm
Ecco un altro esempio di fotografia scattata in bracketing.
Il soggetto sono sempre i giochi d’acqua formati da una cascatella e ancora una volta abbiamo utilizzato tempi lunghi per ottenere un leggero effetto seta.
La particolarità di questa foto è il punto in cui è stata scattata.
Per farla, infatti, abbiamo dovuto posizionare il treppiede in parte dentro l’acqua e in parte sui ciottoli.
Inoltre non abbiamo potuto spostare il grosso masso che compare sulla destra e quindi ci siamo dovuti adattare.
In che senso ci si deve adattare per fotografare?
E’ molto semplice: in realtà bisogna lavorare con quello che si ha.
Nel nostro caso non avendo potuto lasciare fuori dall’inquadratura il sasso, lo abbiamo integrato all’interno della composizione.
In senso più ampio devi riuscire ad utilizzare quegli oggetti che in un primo momento possono sembrare fastidiosi o addirittura d’intralcio.
Ora tocca a te!
Come hai potuto vedere quando decidi di intraprendere un viaggio o un’uscita fotografica la prima regola è guardarsi intorno.
Guardarsi intorno per capire come utilizzare gli oggetti e le linee e le forme del paesaggio in modo creativo e anche bello da vedere.
Spesso le fotografie più belle vengono fuori da idee semplici; non serve raggiungere la location perfetta.
Proprio per questo non abbiamo voluto lasciarti qui la foto classica delle Cascate della Val Vertova.
Quella insomma che tutti scattano arrivati alla fine del sentiero.
Questo per farti capire che davvero in ogni angolo c’è la possibilità di ottenere foto belle, a patto che tu abbia un occhio allenato!
Devi un po’ fare come Toby, che si guarda intorno di continuo!
Scoprendo il Santuario di S. Patrizio
Dopo aver raggiunto le Cascate della Val Vertova ed essere tornati indietro (il percorso è davvero breve e semplice da percorrere), ci siamo spostati al Santuario di S. Patrizio.
Ci troviamo in alta Val Seriana, sempre in provincia di Bergamo, più precisamente a Colzate (10 minuti di macchina dalle Cascate).
Questo santuario si trova in una posizione dominante su tutta la valle ed è collocato su uno sperone di roccia sul quale sembra tenersi in bilico.
Anzi, è talmente arroccato che sembra quasi un castello!
L’edificio risale al 1580 anche se in realtà venne completato 20 anni più tardi.
Ma perché proprio San Patrizio, patrono irlandese?
E’ un mistero come il nome del santo sia giunto fino a qui nelle valli bergamasche.
Alcune leggende riportano che il santuario fu costruito da alcuni anglosassoni che si rifugiarono qui per scappare dal Barbarossa.
La ragione più plausibile in realtà è di tipo commerciale.
In questa zona infatti il commercio di tessuti con l’estero era molto fiorente.
CURIOSITA‘: a S. Patrizio è sempre associata la presenza di un pozzo… ebbene ce ne è uno anche qui!
Questo è davvero un luogo magico…
Ogni cosa, dalle colonne e le arcate al modo in cui la luce ci passa in mezzo, sembra studiata per stupire e incantare.
Il complesso comprende la struttura esterna con la chiesa, il porticato e la chiesa antica che risale al XIII sec.
Gli interni sono qualcosa di incredibile, giudica tu stesso…
Dal punto di vista fotografico il luogo è una vera bomba!
Noi ci siamo fatti prendere dall’atmosfera del tramonto e abbiamo scattato le nostre foto senza pensarci molto.
In questi casi l’unica cosa da fare è godersi il momento, viverlo e solo dopo scattare per la gioia di farlo, senza l’obiettivo di tirare fuori una foto “pubblicabile”.
Ecco cosa è venuto fuori.
Come vedi non sono foto studiate a regola d’arte, ma trasmettono qualcosa, racchiudono un momento.
Fotografare vuol dire anche sapere quando NON scattare e godersi lo spettacolo che si sta vivendo.
Conclusioni
Con questa ultima suggestione concludiamo la breve guida di questo viaggio fotografico dedicato alla Val Vertova e al Santuario di S. Patrizio.
Speriamo di non essere stati troppo noiosi e soprattutto di averti aiutato con dei consigli semplici e immediati.
Ti aspettiamo presto in viaggio con noi!
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Noi ti ringraziamo per averci dedicato un po’ del tuo tempo…
Alla prossima avventura!
Lele, Sara & Toby
Comments (2)
Ciao, ho il il vostro reportage fotografico in val Vertiva e mi è piaciuto molto. Chiaro, piacevole, efficace. Ho un passato da fotografa con la reflex analogica ed il vostro racconto mi ha suggestionato positivamente.
Grazie,
Erminia
Grazie 1000 Erminia siamo contenti che il nostro reportage le sia piaciuto se vuole può seguirci su Instagram e su YouTube e magari trovarci in viaggio insieme